La guerra nel team
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La guerra nel team

Racconto sulle 5 disfunzioni del lavoro di squadra

Patrick Lencioni

  1. 196 pages
  2. Italian
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La guerra nel team

Racconto sulle 5 disfunzioni del lavoro di squadra

Patrick Lencioni

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Con La guerra nel team, il suo bestseller mondiale, Lencioni offre un libro divertente e istruttivo su uno dei temi più caldi e pressanti di ogni realtà aziendale: il funzionamento dei gruppi di lavoro. La struttura è quella prediletta dall'autore: un romanzo breve, seguito da una spiegazione chiara di come mettere in pratica la teoria che emerge dal racconto. La storia è quella di Kathryn Petersen, brillante manager chiamata a risolvere i problemi di un'impresa che, nonostante i talenti di cui è composto il team dirigenziale, non riesce a compiere il salto di qualità decisivo per diventare un'azienda di successo. Qual è la ragione di questa difficoltà? Semplice (ma non banale): anche le persone più brillanti e di maggior talento, se non sanno fare gioco di squadra, possono risultare più dannose che utili per l'organizzazione di cui fanno parte. Infatti, come si scopre nel corso della lettura, nei team aziendali sono sempre in agguato 5 disfunzioni ben note a chiunque si sia trovato a farne parte – assenza di fiducia, paura del conflitto, mancata assunzione degli impegni, fuga dalle responsabilità, poca attenzione ai risultati – che causano liti e incomprensioni, allontanano gli obiettivi e generano fallimenti. Lencioni – attraverso la storia di Kathryn – offre un metodo agile e divertente per riconoscerle e affrontarle, superare anche le situazioni congelate e rendere il gruppo finalmente coeso ed efficace. Dopo la lettura di questo libro, lavorare in team non sarà più una condanna ma un piacere.

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Information

Publisher
ETAS
Year
2012
ISBN
9788858625705

II

Dare il via

PRIMO TEST

Si presentava come uno dei molti messaggi standard di posta elettronica che Kathryn riceveva regolarmente, ora che si trovava da un po’ sul lavoro. L’oggetto del messaggio – “Opportunità per clienti settimana prossima” – sembrava abbastanza innocuo, perfino positivo, specialmente considerando che veniva dal suo acido responsabile tecnico, Martin. E il testo stesso era breve. Quelli più dannosi di solito lo sono.
Il fatto che non fosse indirizzato a nessuno in particolare, bensì inviato all’intero staff di dirigenti, non faceva che dissimulare il suo potere incendiario.
Appena ricevuta una chiamata dalla ASA Manufacturing. Sono interessati a esaminare il nostro prodotto per valutare un acquisto nel prossimo trimestre. JR e io andremo a incontrarli settimana prossima. Potrebbe essere un’opportunità significativa. Saremo di ritorno martedì mattina.
Il fatto che Martin evitasse ogni accenno all’incompatibilità di questo programma con il ritiro dei dirigenti non faceva che peggiorare la situazione per Kathryn. Non aveva chiesto il permesso per mancare al primo giorno e mezzo del seminario residenziale, sia che non sentisse il bisogno di farlo, sia che volesse completamente evitare di affrontare la questione. Kathryn decise che il motivo non aveva importanza.
Resistette alla tentazione di evitare il confronto con Martin sparando una risposta via e-mail; decise che questo sarebbe stato il suo primo momento di verità come CEO, e i momenti di verità, lo sapeva, si gestiscono meglio faccia a faccia.
Kathryn trovò Martin seduto nel suo ufficio a leggere le e-mail. Volgeva la schiena alla porta aperta, ma ella non si preoccupò di bussare.
“Chiedo scusa, Martin.” Kathryn aspettò che Martin si girasse, cosa che fece con calma. “Ho appena visto la tua e-mail sull’ASA.”
Egli annuì, e lei continuò. “È un’ottima notizia. Ma dovremo spostare di alcuni giorni per via del seminario.”
Martin rimase in silenzio per un imbarazzante minuto, quindi rispose senza emozione, ma con il suo accento inglese più pesante. “Non credo tu capisca. Si tratta di una promettente opportunità di vendita. Semplicemente non si riprogramma…”
Kathryn lo interruppe e rispose senza mezzi termini. “No, io capisco. Ma penso che saranno ancora lì la settimana successiva.”
Non abituato a essere contrattaccato direttamente, Martin si agitò un poco. “Se la tua preoccupazione riguarda questa cosa del seminario a Napa, allora penso che ci sia un po’ di confusione sulle nostre priorità. Bisogna essere sul campo per vendere.”
Kathryn trasse un respiro e sorrise per dissimulare la sua frustrazione. “Innanzitutto, io ho solo una priorità in questo momento: dobbiamo cominciare ad agire come una squadra, o non venderemo proprio niente.”
Martin non disse nulla.
Dopo cinque secondi di imbarazzo, Kathryn chiuse la conversazione. “Quindi, ci vediamo a Napa la settimana prossima.” Si volse per andarsene, quindi si rigirò nuovamente verso Martin. “Oh, e se hai bisogno di aiuto per riprogrammare il meeting con l’ASA, fammi sapere. Conosco Bob Tennyson, il loro CEO. È un mio collega del Trinity board, e mi deve un favore.”
Con questo, lasciò la sala. Sebbene Martin decidesse di non spingersi oltre per il momento, la battaglia per lui non era finita.

MANOVRA DI AGGIRAMENTO

Jeff si fermò all’ufficio di Kathryn il mattino successivo e le chiese di pranzare con lui. Lei aveva previsto di sbrigare una commissione in quell’intervallo, ma spostò di buon grado il suo impegno per venire incontro a uno dei suoi subordinati diretti. Il più vecchio ristorante messicano di Half Moon Bay era un posto buono come un altro per una conversazione spinosa, egli pensò, perché era frequentato principalmente da gente del luogo.
Prima che Jeff potesse affrontare l’argomento che aveva in mente, Kathryn mise avanti una questione sua. “Jeff, voglio ringraziarti per aver condotto gli staff meeting dei dirigenti nelle due settimane passate. Mi ha permesso di farmi da parte e osservare.”
Lui annuì cortesemente per accettare la sua contenuta ma sentita gratitudine.
Lei proseguì. “Dopo il seminario della settimana prossima, prenderò il tuo posto. Ma voglio che tu sappia che non dovrai farti da parte durante le riunioni. Dovresti partecipare pienamente, come ogni altro membro dello staff.”
Jeff annuì, “Bene. Non penso che sarà un problema.” Fece una pausa, quindi raccolse il coraggio per sollevare l’argomento che aveva determinato l’invito a pranzo. Allineando nervosamente le sue posate, cominciò. “Visto che accenni al ritiro, ti vorrei fare una domanda.”
“Vai avanti.” Kathryn era quasi divertita dal disagio di Jeff. E poiché aveva previsto una domanda sulla sua discussione con Martin, era tranquilla e sicura.
“Beh, ieri, mentre stavo uscendo dall’ufficio, ho parlato con Martin al parcheggio.” Attese, sperando che Kathryn intervenisse e portasse avanti la conversazione. Lei non lo fece, quindi Jeff proseguì. “Beh, mi ha detto qualcosa sull’incontro con l’ASA e sul problema del seminario in programma.”
Di nuovo Jeff si fermò, sperando che il suo nuovo capo lo interrompesse pietosamente. Questa volta lo fece, ma solo per incoraggiarlo a procedere. “Sì?”
Jeff deglutì. “Beh, lui pensa, e francamente credo di essere d’accordo con lui, che un incontro con un cliente sia più importante di una riunione interna. E dunque, se lui e JR perdessero il primo giorno, o poco più, ritengo che non ci sarebbero problemi.”
Kathryn scelse le parole con cura. “Jeff, capisco il tuo punto di vista e mi va bene che tu non sia d’accordo con me, specialmente se me lo dici in faccia.”
Jeff fu notevolmente sollevato, per un istante.
“Tuttavia, sono stata assunta per far funzionare questa organizzazione, e in questo momento non funziona.”
Sembrava che Jeff oscillasse tra l’essere umiliato e arrabbiato, quindi Kathryn chiarì. “Non sto cercando di criticare quello che hai fatto finora, perché ho l’impressione che nessuno si preoccupi più di te dell’azienda.” Blandito un po’ il suo ego, Kathryn ritornò al punto. “Ma in quanto a team, siamo completamente a pezzi. E un appuntamento commerciale non avrà un impatto significativo sul nostro futuro, finché non avremo risolto i problemi di leadership interni.”
Non conoscendo Kathryn molto bene, Jeff stabilì che ogni ulteriore discussione sarebbe stata infruttuosa e potenzialmente limitante per la carriera. Annuì, lasciando intendere, Okay, immagino che sia la tua ultima parola.
I due si misero quindi a parlare del più e del meno, e fecero uno dei pranzi più veloci nella storia di Half Moon Bay, per poi fare ritorno in ufficio.

METTERE I PALETTI

La conversazione con Jeff non aveva turbato Kathryn. Sicuramente si aspettava qualche reazione forte all’incidente con Martin da parte dello staff che aveva ereditato. Solo, non si aspettava che venisse dal Presidente.
Quando la contattò a casa quella sera, inizialmente lei immaginò che la stesse chiamando per darle sostegno.
“Ho appena chiuso una telefonata con Jeff,” annunciò lui in tono amichevole.
“Quindi, immagino tu abbia sentito della mia scornata con Martin.”
L’atteggiamento divertito e sicuro di Kathryn spinse il Presidente a un tono più serio. “Sì, e sono un po’ preoccupato.”
Kathryn fu colta alla sprovvista. “Davvero?”
“Vedi, Kathryn, sai che non voglio darti indicazioni su come ti devi comportare, ma forse dovresti cercare di coltivare qualcosa prima di fare terra bruciata.”
Kathryn attese qualche istante prima di replicare. Sebbene sorpresa dalle preoccupazioni del Presidente, rimase straordinariamente calma ed entrò subito nella parte dell’amministratore delegato. “Okay, quello che sto per dire non intende in nessun modo essere risentito o scortese.”
“Questo lo so, Kathryn.”
“Bene, perché non ho nessuna intenzione di avere dei peli sulla lingua – non con te.”
“E questo lo apprezzo.”
“Potresti non farlo dopo che sentirai quello che sto per dire.”
Egli forzò una risata. “Okay, mi sto mettendo a sedere.”
“Primo, non pensare che stia incendiando gli animi a caso, per il mio divertimento. Ho osservato queste persone con attenzione nelle ultime due settimane, e tutto quello che sto facendo, e che sto per fare, è preciso e intenzionale. Non ho stuzzicato Martin perché così mi andava in quel momento.”
“Lo so, solo che…”
Kathryn lo interruppe cortesemente. “Stammi a sentire. È importante.”
“Okay, vai avanti.”
“Ora, se tu avessi saputo in che modo ottenere ciò che io sto provando a fare, non avresti avuto bisogno di me. Ho ragione?”
“Hai ragione.”
“Vedi, apprezzo davvero la tua preoccupazione per l’azienda, e per me, e so che le tue intenzioni sono buone, su entrambi i fronti. Ma sulla base di questa chiamata, ti dovrei dire che le tue buone intenzioni sono più dannose che di aiuto per l’azienda.”
“Mi dispiace ma non ti comprendo.”
Kathryn continuò. “Beh, negli ultimi diciotto mesi sei stato piuttosto attivo con Jeff e il resto del team, più della maggior parte dei Presidenti dei consigli di amministrazione, e hai osservato questo team precipitare sempre più nella disfunzione e nel caos. E ora tu mi hai chiesto di aiutarti a tirarli fuori da tutto ciò. Non è quello che vuoi?”
“Assolutamente. È esattamente quello che voglio.”
“Allora ho una sola domanda per te: sei preparato alle conseguenze, se mi lasci fare le cose correttamente? Ora non rispondere di getto.” Lo interruppe proprio mentre era sul punto di aprire bocca. “Pensaci un attimo.”
Lasciò che la domanda sedimentasse prima di proseguire. “Non sarà una cosa facile. O simpatica. Né per l’azienda, né per i dirigenti, né per me. Né per te.”
Il Presidente rimase in silenzio, resistendo alla tentazione di assicurarle che era pronto a fare qualunque cosa di cui lei avesse bisogno.
Kathryn interpretò il suo silenzio come un’autorizzazione a proseguire la sua mirata paternale. “Probabilmente avrai sentito mio marito dire che un team spezzato è esattamente come un braccio o una gamba rotta; rimetterlo a posto è sempre doloroso, e a volte lo devi fratturare di nuovo per farlo guarire nel modo giusto. E la nuova rottura fa molto più male di quella iniziale, perché la devi fare di proposito.”
Dopo un’altra lunga pausa, il Presidente parlò. “Okay, Kathryn, ho capito. Fai tutto quello che devi. Non interferirò.”
Kathryn era certa che fosse sincero.
Quindi lui chiese: “Ma ho un’ultima domanda: quanto dovrai spezzare ulteriormente questo team?”
“Dovrei saperlo entro la fine del mese.”

NAPA

Kathryn scelse la Napa Valley per il seminario residenziale perché era abbastanza vicina all’ufficio da evitare un dispendio di tempo e di denaro per il viaggio, ma lontana a sufficienza da sentirsi fuori città. E a prescindere da quante volte ci si sia stati, sembra sempre farti rallentare il ritmo.
L’hotel dove si sarebbe svolto il meeting era una piccola locanda situata nella città di Yountville. A Kathryn piaceva perché fuori stagione aveva un costo ragionevole e c’era solo una grande e comoda sala congressi. Si trovava al secondo piano, c’era una terrazza, e dava su ettari di vigneti.
Il meeting doveva iniziare alle 9:00, il che significava che la maggior parte dei membri del team sarebbe dovuta uscire di casa piuttosto presto per arrivare in orario. Per le 8:45 tutti erano arrivati, avevano fatto il check in dei bagagli e sedevano in sala congressi. Tutti tranne Martin, a dire il vero.
Sebbene nessuno ne parlasse, il modo in cui controllavano i loro orologi suggeriva che tutti si stavano chiedendo se sarebbe arrivato in orario. Perfino Kathryn sembrava un po’ nervosa.
Non voleva che la prima attività del meeting fosse riprendere qualcuno per il suo ritardo. Quindi, per un preciso istante, fu percorsa da un brivido di panico, chiedendosi che cosa avrebbe fatto se non si fosse presentato affatto. Non poteva certo licenziarlo per non essere venuto a una riunione, giusto? Aveva quel tipo di peso politico con il consiglio? Quanto vale questo tizio, a ogni modo?
Quando Martin attraversò la porta alle 8:59, Kathryn trasse un impercettibile sospiro di sollievo e si rimproverò aspramente di essersi preoccupata tanto. Trasse conforto dal sapere che stava finalmente per cominciare ciò che desiderava fare da quasi un mese. E per quanto preoccupata fosse degli atteggiamenti delle persone che sedevano attorno al tavolo, non poteva negare che momenti come questo erano uno dei motivi principali per cui amava essere un leader.

IL DISCORSO

Martin prese l’unica sedia rimasta all’estremità opposta del tavolo da riunioni rispetto a Kathryn. Non appena si sedette, estrasse il suo pc portatile dalla custodia, e lo mise sul tavolo davanti a sé, lasciandolo, per il momento, chiuso.
Decisa a non lasciarsi distrarre, Kathryn sorrise al suo staff e si rivolse loro con calma e garbo.
“Buongiorno a tutti. Vorrei iniziare la giornata con un breve discorso. E non sarà l’ultima volta che lo faccio.” Nessuno immaginava quanto Kathryn fosse seria.
“Abbiamo il team di dirigenti con maggiore esperienza e talento di tutti i nostri concorrenti. Abbiamo più soldi di loro. Grazie a Martin e al suo team, abbiamo una migliore core technology. E abbiamo un consiglio di amministrazione più forte. Tuttavia, malgrado tutto questo, restiamo indietro rispetto a due dei nostri concorrenti sia in termini di entrate sia di crescita della clientela. Qualcuno, qui, sa dirmi perché succede questo?”
Silenzio.
Kathryn continuò, ancora accalorata come all’inizio. “Dopo aver parlato con ogni membro del nostro Consiglio e aver trascorso del tempo con ciascuno di voi, e quindi aver parlato con la maggior parte dei nostri dipendenti, mi è molto chiaro qual è il nostro problema.” Fece una pausa prima di completare il ragionamento. “Non funzioniamo come squadra. In realtà, siamo piuttosto disfunzionali.”
Alcuni membri dello staff lanciarono delle occhiate a Jeff per vedere come avrebbe reagito. Sembrava tranquillo, ma Kathryn calcò la mano.
“Non lo sto dicendo per rimproverare Jeff, o nessun altro in particolare. È semplicemente un fatto. Che cominceremo ad affrontare nei prossimi due giorni. E sì, lo so che vi sembra assurdo e inconcepibile restare fuori ufficio pe...

Table of contents

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Dedica
  4. Introduzione
  5. Il racconto
  6. I - Al di sotto delle possibilità
  7. II- Dare il via
  8. III- Lifting pesante
  9. IV - Trazione
  10. Il modello
  11. Ringraziamenti
  12. L’autore
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APA 6 Citation

Lencioni, P. (2012). La guerra nel team ([edition unavailable]). RIZZOLI LIBRI. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3299380/la-guerra-nel-team-racconto-sulle-5-disfunzioni-del-lavoro-di-squadra-pdf (Original work published 2012)

Chicago Citation

Lencioni, Patrick. (2012) 2012. La Guerra Nel Team. [Edition unavailable]. RIZZOLI LIBRI. https://www.perlego.com/book/3299380/la-guerra-nel-team-racconto-sulle-5-disfunzioni-del-lavoro-di-squadra-pdf.

Harvard Citation

Lencioni, P. (2012) La guerra nel team. [edition unavailable]. RIZZOLI LIBRI. Available at: https://www.perlego.com/book/3299380/la-guerra-nel-team-racconto-sulle-5-disfunzioni-del-lavoro-di-squadra-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Lencioni, Patrick. La Guerra Nel Team. [edition unavailable]. RIZZOLI LIBRI, 2012. Web. 15 Oct. 2022.