Nazionalisti e patrioti
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Nazionalisti e patrioti

Maurizio Viroli

  1. 104 pages
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Nazionalisti e patrioti

Maurizio Viroli

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Un piccolo, importante libro che è prima di tutto una guida per non perdersi nel vuoto che adesso si chiama politica.Furio Colombo, "il Fatto Quotidiano"

Il saggio di Viroli ha un evidente risvolto legato all'attualità: non regalare il patriottismo agli attuali 'sovranisti'.Stefano Folli, "Robinson – la Repubblica"

Maurizio Viroli distingue l'alto del patriottismo dalle cadute del nazionalismo, flagello del Novecento e pericolo di crisi e di involuzione democratica ancora attuale.Antonio Calabrò, "Giornale di Sicilia"

Per contrastare efficacemente il nazionalismo dobbiamo riscoprire il patriottismo repubblicano che apprezza la cultura nazionale e i legittimi interessi dei cittadini, ma eleva l'una e gli altri agli ideali del vivere libero e civile.

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Information

Year
2022
ISBN
9788858149508

1.
Alle origini

Nel corso della cerimonia che si è svolta a Parigi l’11 novembre 2018 per ricordare la fine della prima guerra mondiale il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che «il patriottismo è l’esatto contrario del nazionalismo. Il nazionalismo è il suo tradimento». Pochi giorni dopo, il presidente Donald Trump ha affermato con orgoglio: «Sapete cosa sono? Sono un nazionalista». Più chiaro ancora è il messaggio nazionalista del primo ministro ungherese Viktor Mihály Orbán: «Non esiste cultura forte senza identità culturale», e «sebbene si infranga qualche tabù affermando questo, non esiste alcuna identità culturale in una popolazione priva di una composizione etnica stabile, la cui alterazione comporta una conseguente alterazione dell’identità culturale. Un paese forte non può permettere che questo accada». «Prima gli italiani» è la parola d’ordine del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si è definito «papà» e ha dichiarato: «Per me i miei figli sono 60 milioni di italiani».
Non occorrono altre citazioni per capire che il nazionalismo è rinato e diventa ogni giorno più forte. Come ha già fatto in passato, può distruggere i regimi liberali e democratici e aprire la strada al totalitarismo. Soltanto gli sprovveduti possono sottovalutare il pericolo. Se vogliamo difendere le nostre istituzioni liberali e democratiche dobbiamo in primo luogo intendere il significato del linguaggio del nazionalismo. Quando è nato? Quali idee, istituzioni e azioni politiche ha inteso combattere? Quali ha, invece, sostenuto o auspicato?
Il primo a usare la parola «nazionalismo» è stato Johann Gottfried Herder, filosofo e teologo nato nel 1744 a Mohrungen, nella Prussia orientale – ora Polonia –, e morto nel 1803. Vale la pena leggere un passaggio significativo del saggio Ancora una filosofia della storia per l’educazione dell’umanità (1774) per comprendere il significato che Herder attribuisce alla parola:
E quando la distanza tra popolo e popolo si fece sempre più grande con la trasformazione delle varie tendenze nazionali in una particolare felicità nazionale, osserva allora quale odio nascesse nell’animo dell’Egizio contro il pastore, il nomade, e quale disprezzo egli mostrasse nello stesso tempo verso il frivolo Greco! E così è sempre quando si trovan di fronte due nazioni, le cui tendenze, i cui mondi di felicità si negano a vicenda. Si comincia allora a parlare di pregiudizi, di volgarità plebea, di gretto nazionalismo [corsivo mio], ma il pregiudizio è cosa buona, a suo tempo, poiché li rende felici, stringe compatti i popoli intorno al loro proprio centro, li rende più solidi sul loro stesso ceppo, più fiorenti a seconda della loro propria natura, più ardenti nelle loro inclinazioni, più attivi nelle loro mire e per ciò stesso più felici1.
Il concetto di nazionalismo fa dunque il suo ingresso nella storia delle idee politiche per descrivere e giustificare il pregiudizio che incoraggia gli individui ad amare la propria nazione più delle altre e a disprezzare o odiare gli altri popoli. Addita quale bene supremo la felicità che nasce dal vivere entro la propria comunità nazionale e non, invece, la libertà o la giustizia. Per Herder la nazione è un’unità culturale fondata sulla storia, sul linguaggio, sulla letteratura, sulla religione, sull’arte e sulla scienza. Forma il popolo come unità individuale che possiede un proprio spirito. Ogni nazione ha una propria, «inesprimibile» individualità, è un piccolo mondo che contiene in se stesso il centro della felicità. Cambia nei secoli, ma conserva una propria identità spirituale, al punto che la storia dell’umanità può essere narrata come la storia della crescita e del declino delle nazioni. Nessuna nazione ha la stessa storia di un’altra: ogni nazione ha un proprio destino a seconda dei doni che Dio ha voluto dare ad essa. Non solo Dio non vuole l’amalgama delle diverse nazioni, ma vuole che ogni nazione vada per la propria strada senza adottare idee e forme di vita che non sono sue e danneggiano la sua unità e autenticità spirituale2.
Nazione significa vita. La natura, spiega Herder, ha dato ad ogni nazione un particolare linguaggio nazionale che è vincolo spirituale, fondamento dell’educazione, strumento di tutti i piaceri e delle attività sociali. Il linguaggio nazionale è lo specchio della storia, delle imprese, delle gioie e delle pene di una nazione, il mezzo che serve a trasmettere idee, abiti e costumi da una generazione all’altra. Attraverso la lingua madre i membri di una nazione interagiscono fra di loro e condividono un comune carattere spirituale. Senza una lingua comune che sia la base dell’educazione di tutte le classi sociali, scrive Herder, non può esserci comprensione reciproca, non può esserci un comune sentimento patriottico3.
Gli esseri umani devono amare la loro nazione di un amore forte quanto l’attaccamento di una pianta al suolo da cui trae le energie vitali. La cultura nazionale è un bene che è distintamente nostro. Ogni persona, osserva Herder, ama la sua patria, i suoi costumi, sua moglie, i suoi figli, non perché siano i migliori del mondo, ma perché sono suoi. La natura stessa vuole che gli esseri umani amino la loro cultura nazionale. A tal fine ha posto nei loro cuori l’inclinazione ad apprezzare la diversità, ma si è anche presa cura di collocare tutto ciò che è necessario a soddisfare la loro curiosità all’interno della cultura nazionale e li ha resi insensibili verso ciò che esiste oltre i confini patrii. Possiamo assimilare o adottare ciò che è simile alla nostra natura, ma non c’è nulla di male a rimanere freddi e ciechi e perfino sprezzanti e ostili verso i modi di vivere e di pensare lontani e distanti dai nostri. Per vivere in conformità al disegno della natura, dobbiamo dunque proteggere la purezza e l’autenticità della nostra cultura nazionale e resistere sia all’arrogante tendenza a conquistare e dominare, sia al vano desiderio di imitare altre culture.
Herder condanna senza esitazioni la conquista e l’espansione territoriale:
Lo Stato più naturale è anche un popolo dotato di un carattere nazionale. Questo carattere vi si mantiene per secoli e può essere educato nel modo più naturale, se lo vogliono i suoi prìncipi, nati in quel popolo; perché un popolo è una pianta della natura proprio come una famiglia, soltanto che ha più rami. Nulla sembra quindi più contrastare lo scopo dei governi quanto l’ingrandimento innaturale degli Stati, la selvaggia mescolanza di stirpi e nazioni umane sotto un solo scettro4.
Herder usa il linguaggio del nazionalismo contro la contaminazione e l’impurità culturale, mai contro l’oppressione politica. Invitato dal principe elettore Carl Friedrich von Baden a tracciare il progetto di un istituto patriottico, Herder insiste sulla necessità di unire le forze spirituali della Germania in modo che esse diventino «un’unica fiamma» e sottolinea che «chiunque viva in Germania deve appartenere alla Germania e parlare e scrivere in puro tedesco», perché la purezza del linguaggio è la base dell’unità spirituale della nazione5.
1 Johann Gottfried Herder, Ancora una filosofia della storia per l’educazione dell’umanità, Einaudi, Torino 1951, pp. 28-29.
2 Johann Gottfried Herder, Briefe zu Beförderung der Humanität, in Id., Sämmtliche Werke, Weidmann, Berlin, vol. XVIII, 1883, pp. 288-289.
3 Johann Gottfried Herder, Kleine S...

Table of contents

  1. Nota dell’autore
  2. 1. Alle origini
  3. 2. Il nazionalismo contro il cosmopolitismo e il patriottismo repubblicano
  4. 3. Nazionalismo e libertà morale
  5. 4. Il contrasto fra patriottismo e nazionalismo
  6. 5. La grandezza della nazione
  7. 6. Come contrastare il nazionalismo
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Viroli, M. (2022). Nazionalisti e patrioti ([edition unavailable]). Editori Laterza. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3484458/nazionalisti-e-patrioti-pdf (Original work published 2022)

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Viroli, Maurizio. (2022) 2022. Nazionalisti e Patrioti. [Edition unavailable]. Editori Laterza. https://www.perlego.com/book/3484458/nazionalisti-e-patrioti-pdf.

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Viroli, M. (2022) Nazionalisti e patrioti. [edition unavailable]. Editori Laterza. Available at: https://www.perlego.com/book/3484458/nazionalisti-e-patrioti-pdf (Accessed: 15 October 2022).

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Viroli, Maurizio. Nazionalisti e Patrioti. [edition unavailable]. Editori Laterza, 2022. Web. 15 Oct. 2022.