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Poesie (1980-1992)
e altre poesie
Valerio Magrelli
- 336 páginas
- Italian
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Poesie (1980-1992)
e altre poesie
Valerio Magrelli
Información del libro
Ora serrata retinae (Feltrinelli, 1980), Nature e venature (Mondadori, 1987), Esercizi di tiptologia (Mondadori, 1992): raccogliendo in un unico volume i suoi tre libri di poesia e i versi più recenti, Valerio Magrelli presenta il bilancio complessivo di una ricerca tra le più originali degli ultimi anni. Una ricerca che ha i suoi punti fermi e le sue continuità - la visione esatta e nello stesso tempo deformante, l'umoralità distanziata e sospesa, la quotidianità che si accende alla riflessione filosofica, l'ironia come affondo nella natura delle cose più che come schermo pudico - ma non manca di un profondo dinamismo. Se Nature e venature aveva accumulato una fitta rete intertestuale sulla poetica percettiva e autopercettiva di Ora serrata retinae, con Esercizi di tiptologia entra in campo anche un franco diarismo in versi e in prosa, a «sporcare» il dettato dell'autore, a scandargliarne le intermittenze della mente e del corpo in una compresenza di alto e basso letterario. E gli ultimi testi, pochi e selezionati ma di grande rilievo, annunciano già nuove direzioni verso un tipo di poesia che concentri e mimetizzi l'affresco epocale in una cifra divertita e amara, o addirittura verso generi mai prima sperimentati, come il poemetto-filastrocca sulla paternità che significativamente conclude in forma aperta l'intero libro.
Preguntas frecuentes
Información
Nature e venature
La forma della casa
I.
In una camerac’è la fontanadove perpetuamentescorre l’acqua.Sorgente di clausuraabitacolo freddolacustresede settentrionale.
II.
Dispensa mai fu donatopiú appropriato nome.Cuore del cibo postonel cuore della casacome il motore immobiledelle cosmologie.Tabernacolo luogoalimentare e segreto.
III.
La cucina è gremita di oggettie veramente può sembrare un bosco.Ogni pianta è al suo postosorge là dove è messacon pazienza infinita riposa.Pensate alle cosealla florametallica delle posate.
IV.
Lampada fluorescentelume pomeridiano che in campagnaprecede il temporalelo apparecchiae arresta il giorno nella rotazionedella controrafermo sul filocome un saltatore.La sala da pranzo è desertafissata da uno sguardo.
V.
Resuscita nel numeroperpendicolaretreno sospeso animache solamente salesenza orizzonte.
VI.
L’acqua che attende nelle conduttureferma come una bestia nella tana.La casa nella casaè questa casa d’acqua.Circumvicina e immobiletemporale sospeso.
VII.
Santa eguaglianzadella notte domesticasolo termine noto che permettedi sciogliere l’incognita del giorno.Ed ecco il sonnocorona matematica.
VIII.
Sembra quasi che tutta la naturavoglia dare le spalle alla luce– si volge le oppone il suo corpo –nell’abbraccio proteggere il pallore.Gli oggetti nascondono il voltocoltivano curvi ciascuno la sua ombracome se l’ombra fosse il loro nome.
IX.
Piroscafo casa di fuococalafatata e altaentra nell’acquacome un santo battista.
La febbre
I.
Sale sempre da un latoforse da meridione,inavvertita ancora.Ma già confonde il sonnone altera le linee ed il tessutopreme da sottoforma nuove pieghe.E infine si introduce nell’aureolaluccicante del sangue e delle venedentro la loro ramificazione.Questa è la grande estate.Come nel suo solstiziotutte le membra volano verso la luce. Salela temperatura della terra.
II.
La febbre mi solleva verso il caldocome una leva che per fulcro avesseil mio polso sinistro.Qui sta il numeroesatto di quei battitida cui sono infiammatoe che mi fanno alzare nella nottecome un drago cinesedi cartaincandescente ed istoriato.
III.
In alto, in alto ancora.Oppure assisto solo a questo ascenderesenza parteciparvi.Ora sono la pietra refrattariamessa nel focolareper trattenere il massimo calore,inerte, silenziosa ed irraggianteun castone di fuocoche nel buio arde morto.
IV.
Poi tutto questo cessa,termina la corrente ascensionale.Lascio la verticale del mercuriola sua strada ferrata, le catenemontuose,lascio il metallo, lascio le minieree il braciere sepolto,il giacimentonotturno, la matrice del calore.Lascio, lasciato, lasciami.
Amori
Ogni volto fotografatoè un’immagine bellica,il punto di tangenzatra l’aereo nemico e la navenell’attimo che precede l’esplosione.Fermo nell’istantanea,nel contatto flagrante tra due sguardiimmolato, ripresomentre le fiamme covano giànella fusoliera crescendodentro i suoi tratti, vivesoltanto il tempo necessarioa compiere la missione del ricordo.
Che cosa sono i gessi di Pompei,calchi, prototipi o statue?Forse piante,le piante ruderali,che sorgono dalla rovina di una formae scelgono una curva,un invaso di pietracome luogo della loro fioritura.
Fibonacci
Osservo il panorama della frontenella sua piena nudità,nel numero, lo stesso, che producela crescita dei rami,la facciata leggera di una chiesa,le spire della chiocciola,le foglie.
Appena modellato,la tornitura delle cinque dita,la foglia dell’orecchio,l’incocca delle braccia,l’edificio del piede.Come fosse la forma delle forme,l’abisso morfologico nel qualeanche l’aberrazione trova posto,il misurato orrore del capellola cui punta si duplica.
Ha braccia di corrente trasparentee tersa, lunga e pallida sul gretodelle gambe. È un ruscellodove nuotano i pesci delle orecchiedolci, lenti, gemelli,sotto la superficie fibrata del suo sguardo.
Uno vicino all’altro dopo il pastostanno i bicchieri degli sposi, congiuntiin una adiacenza nuziale.Ovunque, contagiandovestiti e suppellettilila coppia tradisce il suo passaggioe lascia dietro sécose abbinate, pari, toccantisitra loro, testimoni,paia del mondo.
Ho spesso immaginato che gli sguardisopravvivano all’atto del vederecome fossero aste,tragitti misurati, lancein una battaglia.Allora penso che dentro una stanzaappena abbandonatasimili tratti debbano restarequalche tempo sospesi ed incrociatinell’equilibrio del loro disegnointatti e sovrapposti come i legnidello shangai.
Dalla notte anatomica salela nudità.Férmati sulla soglia, guardalaluccicare, la moneta,liscia, polita,sopra cui distinguiil volto lavorato a sbalzo,la lega morbida dell’incarnato.Il profilo sta fermo, non superala linea che gli viene assegnata,miracolosamente trattenutotrattiene a sé l’immagine,la chiude nel cerchio del suo prezzo,nella suprema decapitazione.
Clecsografie
A volte dal disegno florealedi una tovagliasorge un’Europa animata.Durante il pranzotra bottiglie colmefiliforme e ombreggiato spuntalento il profilo della Greciail cigno.
Una città volante, semovente,in bilico su un boscodi palafitte, mobilenell’incanto del peso,...
Índice
- Copertina
- Poesie 1980-1992
- Ora serrata retinae
- Nature e venature
- Esercizi di tiptologia
- Altre poesie
- Note
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright