Il gabbiano
eBook - ePub

Il gabbiano

Anton P. Cechov, Angelo Maria Ripellino

  1. 88 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il gabbiano

Anton P. Cechov, Angelo Maria Ripellino

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Informazioni sul libro

« Il Gabbiano è anche un'allegoria spietata di quel male inevitabile, di quel fumoso ed ubriaco fuoco di rèsina, che è l'invaghimento di un quarantenne per una fanciulla, e, viceversa, l'estatica infatuazione di una fanciulla per un quarantenne. Trigòrin cerca evasioni e rifiorimento nell'amore di Nina che incarna la giovinezza, e la giovinezza Nina rifugge il giovane Trepliòv innamorato, per fuggir con Trigòrin, al quale l'Arkàdina, come lui quarantenne, nella paura di perderlo, si aggrappa disperatamente, assalendolo con un mare mellifluo di tenerezze, di scaltri vezzeggiativi». (Dalla Nota introduttiva di A. M. Ripellino)

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
ISBN
9788858420027
Argomento
Literature
Categoria
Drama

ATTO QUARTO1

Uno dei salotti in casa di Sòrin, trasformato da Konstantín Trepliòv in stanza di lavoro. A destra e a sinistra porte che conducono in stanze interne. Di fronte una porta a vetri che dà sul terrazzo. Oltre alla consueta mobilia da salotto, nell’angolo di destra una scrivania, accanto alla porta di sinistra un divano turco, una libreria, libri alle finestre, sulle sedie. – È sera. Brilla una lampada a petrolio sotto un paralume. Penombra. Si sente lo stormire degli alberi e l’ululo del vento nei camini. Il guardiano batte col bastone. Entrano Medvèdenko e Mascia.
MASCIA (chiamando) Konstantín Gavrílovič! Konstantín Gavrílovič! (Guardandosi intorno) Non c’è nessuno. Il vecchio ogni momento domanda: dov’è Kostja, dov’è Kostja… Non può vivere senza di lui…
MEDVÈDENKO Ha paura della solitudine. (Tendendo l’orecchio) Che tempo orribile! Già da due giorni.
MASCIA (aumenta la fiamma della lampada) Che onde sul lago. Enormi.
MEDVÈDENKO In giardino è buio. Bisognerebbe far demolire in giardino quel teatro. Sta lí nudo, mostruoso, come uno scheletro, e il sipario sbatte per il vento. Ieri sera vi sono passato vicino, e mi è parso che qualcuno piangesse là dentro.
MASCIA Ma via…
Pausa.
MEDVÈDENKO Andiamo a casa, Mascia!
MASCIA (scrolla la testa in segno di diniego) Passerò qui la notte.
MEDVÈDENKO (con tono supplichevole) Mascia, andiamo! Il nostro bambino avrà fame.
MASCIA Sciocchezze. Matriòna gli darà da mangiare.
Pausa.
MEDVÈDENKO Fa pena. È già da tre notti senza la madre.
MASCIA Noioso sei diventato. Prima filosofavi, e adesso non fai che ripetere: bambino, a casa, bambino, a casa, – da te non si sente nient’altro.
MEDVÈDENKO Andiamo, Mascia!
MASCIA Va’ da solo.
MEDVÈDENKO Tuo padre non mi darà i cavalli.
MASCIA Te li darà. Chiedili, e te li darà.
MEDVÈDENKO Va bene, ci proverò. Allora verrai domani?
MASCIA (fiuta tabacco) Sí, domani. Sei appiccicoso… (Entrano Trepliòv e Polina Andrèevna; Trepliòv porta dei cuscini e una coperta, e Polina Andrèevna biancheria da letto; depongono tutto sul divano turco, poi Trepliòv va a sedersi alla sua scrivania). Perché tutto questo, mamma?
POLINA ANDRÈEVNA Piotr Nikolàevič mi ha pregato di preparargli il letto vicino a Kostja.
MASCIA Lascia fare a me… (Prepara il letto).
POLINA ANDRÈEVNA (con un sospiro) I vecchi sono come i bambini… (Si avvicina alla scrivania e, appoggiandovi i gomiti, guarda un manoscritto).
Pausa.
MEDVÈDENKO Allora io vado. Addio, Mascia. (Bacia la mano alla moglie) Addio, mamma. (Fa l’atto di baciare la mano alla suocera).
POLINA ANDRÈEVNA (stizzita) Va’! Va’ con Dio.
MEDVÈDENKO Buona notte, Konstantín Gavrílovič.
Trepliòv gli tende la mano in silenzio; Medvèdenko esce.
POLINA ANDRÈEVNA (guardando il manoscritto) Nessuno pensava né presagiva che lei, Kostja, sarebbe diventato un vero scrittore. Ed ecco che, grazie a Dio, le riviste cominciano anche a pagarla. (Gli carezza i capelli) E si è fatto anche bello… Mio caro, mio buono Kostja, sia un po’ piú gentile con la mia Màscenka!…
MASCIA (preparando il letto) Lascialo in pace, mamma.
POLINA ANDRÈEVNA (a Trepliòv) È cosí brava. (Pausa). A una donna, Kostja, non occorre nient’altro che uno sguardo affettuoso. Lo so per esperienza.
Trepliòv si alza dalla scrivania ed esce in silenzio.
MASCIA L’hai fatto adirare. C’era bisogno di infastidirlo!
POLINA ANDRÈEVNA Sono in pena per te, Màscenka.
MASCIA Non ce n’è bisogno!
POLINA ANDRÈEVNA Il mio cuore soffre per te. Io vedo tutto, capisco tutto.
MASCIA Sono tutte sciocchezze. L’amore senza speranza è solo nei romanzi. Scempiaggini. L’essenziale è non struggersi e non star sempre lí ad aspettare, aspettare che l’erba cresca… Se l’amore ha fatto nido nell’anima, bisogna scacciarlo. Hanno promesso di trasferire mio marito in un altro distretto. Cambiando luogo, dimenticherò tutto… strapperò tutto dal cuore con la radice.
Due stanze lontano qualcuno suona un valzer malinconico.
POLINA ANDRÈEVNA Kostja suona. Vuol dire che è triste.
MASCIA (fa senza rumore due o tre giri di valzer) L’essenziale, mamma, è non vederlo dinanzi agli occhi. Basta che trasferiscano il mio Semiòn, e là, credimi, in un solo mese lo avrò dimenticato. Sono tutte scempiaggini.
Si apre la porta di sinistra, Dorn e Medvèdenko spingono Sòrin nella poltrona a rotelle.
MEDVÈDENKO Adesso siamo in sei a casa. E il prezzo della farina è aumentato.
DORN E bisogna arrangiarsi.
MEDVÈDENKO Lei se la può ridere. Ha denaro a bizzeffe.
DORN Denaro? In trent’anni di carriera, amico mio, di carriera agitata, durante la quale non ebbi mai né giorno né notte un attimo per me stesso, ero riuscito a raggranellare soltanto duemila rubli, e li ho sprecati poco tempo addietro tutti all’estero. Non ho nulla.
MASCIA (al marito) Sei ancora qui?
MEDVÈDENKO (con aria colpevole) Che devo fare? Se non mi dànno i cavalli!
MASCIA (con amara stizza, a mezza voce) Se i miei occhi potessero non vederti!
La poltrona a rotelle viene fermata nella metà di sinistra della stanza; Polina Andrèevna, Mascia e Dorn si siedono vicino; Medvèdenko, avvilito, si ritrae in disparte.
DORN Eppure, quanti cambiamenti da voi! Avete trasformato un salotto in uno studio.
MASCIA Qui Konstantín Gavrílovič lavora piú comodamente. Quando vuole, può uscire in giardino a meditare.
Il guardiano batte il bastone.
SÒRIN Dov’è mia sorella?
DORN È andata alla stazione a prendere Trigòrin. Sarà di ritorno fra poco.
SÒRIN Se lei ha ritenuto necessario far venire qui mia sorella, vuol dire che sono gravemente malato. (Dopo un attimo di silenzio) Strano però, sono gravemente malato, eppure non mi si dànno medicine.
DORN Che vuole? Gocce di valeriana? Bicarbonato? Chinino?
SÒRIN Ricomincia la filosofia. Oh, che castigo! (Indicando con la testa il divano) È preparato per me?
POLINA ANDRÈEVNA Per lei, Piotr Nikolàevič.
SÒRIN La ringrazio.
DORN (canticchia) «Spazia la luna nei notturni cieli…»
SÒRIN Voglio dare a Kostja un soggetto per una novella. Deve intitolarsi cosí: L’uomo che voleva. L’homme, qui a voulu. In giovinezza una volta volevo diventare un uomo di lettere – e non lo sono diventato, volevo essere un parlatore – e ho sempre parlato in maniera nauseante: (si autocanzona) «ecco tutto, in fin dei conti, cosí e colà…» Volevo esser conciso – e sbrodolavo, sino a grondare sudore; volevo sposarmi – e non mi sono sposato; volevo vivere sempre in città – e finisco la mia vita in campagna, ecco tutto.
DORN Volevo diventare un consigliere di stato effettivo – e lo son diventato.
SÒRIN (ride) A questo non aspiravo. È venuto da sé.
DORN Esprimere insoddisfazione per la vita a sessantadue anni, ne convenga, non è generoso.
SÒRIN Che caparbio. Ma non capisce che ho voglia di vivere?
DORN Questa è frivolezza. Per le leggi della natura ogni vita deve aver fine.
SÒRIN Lei ragiona come un uomo sazio. Lei è sazio e perciò indifferente verso la vita, le importa poco. Ma di morire anche lei avrà paura.
DORN Paura della morte – paura animale… Bisogna reprimerla. Teme consapevolmente la morte soltanto chi crede nella vita eterna e ha paura dei propri peccati. Ma lei, in primo luogo, è un miscredente, e poi: quali sono i suoi peccati? È stato impie...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il gabbiano
  3. Personaggi
  4. Atto primo
  5. Atto secondo
  6. Atto terzo
  7. Atto quarto
  8. Il libro
  9. L’autore
  10. Dello stesso autore
  11. Copyright
Stili delle citazioni per Il gabbiano

APA 6 Citation

Cechov, A. (2015). Il gabbiano ([edition unavailable]). EINAUDI. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3427476/il-gabbiano-pdf (Original work published 2015)

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Cechov, Anton. (2015) 2015. Il Gabbiano. [Edition unavailable]. EINAUDI. https://www.perlego.com/book/3427476/il-gabbiano-pdf.

Harvard Citation

Cechov, A. (2015) Il gabbiano. [edition unavailable]. EINAUDI. Available at: https://www.perlego.com/book/3427476/il-gabbiano-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Cechov, Anton. Il Gabbiano. [edition unavailable]. EINAUDI, 2015. Web. 15 Oct. 2022.