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Rime
Guido Cavalcanti
- 224 pages
- Italian
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Rime
Guido Cavalcanti
About This Book
Tutto il canzoniere di Guido Cavalcanti, il più grande e drammatico poeta dello Stilnovo, uno dei culmini della poesia medioevale europea. Protagonisti sono gli 'spiriti' e gli 'spiritelli'; cioè le varie facoltà dell'anima personificate, che agiscono nell'ambito di un mondo irreale e astratto, senza spazio e senza tempo. Accanto al motivo dell'amore tragico, che annienta le potenze vitali, si colloca l'altro motivo principe della poesia stilnovista, la bellezza sovrumana della donna, contemplata con estatico stupore. I contemporanei giudicarono questo malinconico e ironico capo di parte guelfa 'sottilissimo dialettico e filosofo"; 'cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio' e 'troppo tenero e stizzoso': Il lettore di oggi troverà i suoi versi singolarmente moderni: versi atroci, 'parole adornate di pianto, dolorose e sbigottite' che rappresentano la terribile realtà dl\more, che vince le resistenze naturali e le capacità razionali dell'uomo.
Frequently asked questions
Information
RIME
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piacente primavera,
per prata e per rivera
gaiamente cantando,
vostro fin presio mando — a la verdura.
in gio’ si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno camino;
ciascuno in suo latino
da sera e da matino
su li verdi arbuscelli.
po’ che lo tempo vène,
sì come si convene,
vostr’altezza presiata:
ché siete angelicita — crïatura.
in voi, donna, riposa:
Dio, quanto aventurosa
fue la mia disïanza!
poi che passa e avanza
natura e costumanza,
ben è mirabil cosa.
vi chiaman, come sète;
tanto adorna parete,
ch’eo non saccio contare;
e chi poria pensare — oltra natura?
vostra fina piasenza
fece Dio, per essenza
che voi foste sovrana:
per che vostra parvenza
ver’ me non sia luntana;
or non mi sia villana
la dolce provedenza!
ch’ ad amarvi sia dato,
non sia da voi blasmato:
ché solo Amor mi sforza,
contra cui non val forza — né misura.
II [iii]
e ciò che luce od è bello a vedere;
risplende più che sol vostra figura:
chi vo’ non vede, ma’ non pò valere.
sì piena di bieltà né di piacere;
e chi d’amor si teme, lu’ assicura
vostro bel vis’ a tanto ’n sé volere.
assa’ mi piaccion per lo vostro amore;
ed i’ le prego per lor cortesia
che qual più può più vi faccia onore
ed aggia cara vostra segnoria,
perché di tutte siete la migliore.
III [v]
Table of contents
- Copertina
- Frontespizio
- INTRODUZIONE
- LA VITA
- LA STRUTTURA DELLE RIME
- LA CANZONE « DONNA ME PREGA » (XXVII)
- LA FORTUNA
- DOCUMENTI
- GIUDIZI CRITICI
- PREMESSA AL TESTO
- BIBLIOGRAFIA
- AVVERTENZA
- RIME
- APPENDICE